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Rivoli (Torino) Bilancio previsionale 2025: approvate nove mozioni di Fratelli d'Italia
Rivoli: sicurezza, parcheggi e accessibilità al centro delle decisioni del Consiglio Comunale
Rivoli: sicurezza, parcheggi e accessibilità al centro delle decisioni del Consiglio Comunale. Il 20 dicembre 2024, il Consiglio Comunale di Rivoli ha approvato nove mozioni di indirizzo al bilancio previsionale presentate dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Dopo una lunga maratona di discussione durata circa sette ore, il partito è riuscito a ottenere il consenso unanime su proposte…
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Mobilità urbana sostenibile: il progetto "Città30"
Mobilità urbana sostenibile non è solo riduzione o assenza di emissioni nocive, è anche equilibrio con gli altri elementi della strada. Bologna è diventata la prima grande città italiana a trasformarsi in una "Città30", ridefinendo l'ambiente urbano per promuovere la sicurezza e la sostenibilità. Ma cosa significa realmente "Città30"? Cosa si intende per "Città30" La "Città30" va oltre un semplice abbassamento del limite di velocità, rappresentando un vero e proprio ripensamento dello spazio urbano. L'obiettivo principale è ridurre lo spazio dedicato alle auto, favorendo l'implementazione di piste ciclabili, l'ampliamento dei marciapiedi e la creazione di aree adibite a scopi sociali. Questo approccio mira a rendere l'ambiente urbano più vivibile, piacevole e sostenibile, mettendo al centro i cittadini e promuovendo la sicurezza stradale. L'istituzione delle zone 30 è una misura promossa anche a livello europeo, richiesta dal Parlamento europeo per favorire la sicurezza stradale nelle zone residenziali e in quelle con un elevato flusso di ciclisti e pedoni. Affinché la transizione verso una "Città 30" sia effettiva, sono necessari interventi infrastrutturali specifici. Questi includono l'installazione di dossi per rallentare il traffico, attraversamenti pedonali rialzati per garantire la sicurezza dei pedoni e una segnaletica orizzontale più visibile. Inoltre, è fondamentale aumentare gli investimenti nei sistemi di controllo della velocità e applicare sanzioni più rigide, compreso il principio della "tolleranza zero" per la guida in stato di ebbrezza. Mobilità urbana sostenibile: i vantaggi... L'abbassamento del limite di velocità a 30 km/h rappresenta quindi una scelta vincente per la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini, promuovendo un ambiente urbano più sicuro, sostenibile e vivibile. Diversi sono i vantaggi che questa scelta può portare alla vita cittadina di tutti i giorni. Riduzione degli incidenti stradali: Grazie a questa misura, si registra una significativa diminuzione sia nel numero che nella gravità degli incidenti. L'aumento dello spazio di frenata a 30 km/h, che richiede solo 30 metri per fermarsi, rispetto ai 63 metri necessari a 50 km/h, aumenta notevolmente le probabilità di sopravvivenza in caso di impatto con un pedone fungendo da potenziale salvavita. Riduzione dell'inquinamento atmosferico: La diminuzione del limite di velocità è un efficace strumento per combattere l'inquinamento atmosferico causato dal traffico urbano. Riducendo il numero di veicoli in circolazione, si riduce anche l'inquinamento dell'aria, con benefici significativi per la qualità ambientale. Promozione di mezzi di trasporto sostenibili: La riduzione del limite di velocità non solo favorisce la sicurezza stradale, ma anche l'utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili. Camminare e utilizzare la bicicletta diventano opzioni più allettanti grazie alla velocità inferiore, rendendo gli spostamenti a piedi o in bicicletta più sicuri e accessibili. ... di una "Città30" Rigenerazione urbana e beneficio per l'economia locale: Riducendo il numero di veicoli in circolazione, si possono destinare maggiori spazi pubblici al verde, apportando benefici all'ambiente. Questa rigenerazione urbana contrasta le "isole di calore" e favorisce l'assorbimento di anidride carbonica. Inoltre, liberando le strade dai parcheggi, si apre la possibilità di riconvertire lo spazio per promuovere il commercio locale. Maggiore efficienza della guida: Eliminando i picchi di velocità tra un semaforo e l'altro, si ottimizza il flusso del traffico e si riduce l'usura dei freni e degli pneumatici. I tempi di percorrenza non subiscono un aumento significativo, consentendo uno spostamento più efficiente per coloro che utilizzano l'automobile in una Città 30. Risparmio sulle spese di trasporto: Preferire gli spostamenti in bicicletta o con i mezzi pubblici, consente di risparmiare sul carburante auto, che sia benzina, metano o gpl. Visti i continui aumenti in bolletta luce e gas, questa è un’ottima soluzione per combattere almeno il continuo aumento del prezzo del gpl e dei carburanti in generale. Come si pone l’Italia in questo Scenario Il Comune di Bologna ha annunciato l'implementazione del piano "Bologna città 30" a partire dal 1 luglio 2023, facendo di Bologna la prima grande città italiana ad adottare il limite di velocità di 30 chilometri all'ora. Questa iniziativa a favore di una mobilità urbana più sostenibile, considerata una svolta rivoluzionaria dal sindaco Matteo Lepore, si propone di migliorare la qualità di vita e aumentare la sicurezza della città. Con il Piano particolareggiato del traffico urbano (Pptu) "Bologna città 30", il limite di 30 chilometri all'ora diventerà la norma nelle strade urbane. Attualmente, questa limitazione è già in vigore nel 30% delle strade urbane della città, ma con l'attuazione del nuovo piano, ci si aspetta che raggiunga il 70% del centro abitato e persino il 90% nelle zone più densamente popolate. Per facilitare la transizione verso il nuovo limite di velocità, il Comune di Bologna ha previsto un periodo di sei mesi senza sanzioni, durante il quale saranno installate nuove segnaletiche stradali e saranno condotte campagne di sensibilizzazione. Inoltre, saranno realizzate nuove piazze scolastiche pedonali e saranno effettuati interventi per migliorare la sicurezza di marciapiedi, strade e spazi pubblici. Le "Città30" in Europa La scelta di adottare il limite di velocità di 30 chilometri orari a Bologna segue l'esempio di molte altre città europee. Berlino, Barcellona, Edimburgo e Bruxelles sono solo alcune delle città che hanno già avviato progetti di successo sulla "Città30". Queste esperienze positive dimostrano che l'implementazione di una città 30 porta a benefici tangibili, come quelli precedentemente elencati. Dal 1 Gennaio 2024 anche Milano diventerà una "Città30". La proposta di Marco Mazzei, consigliere comunale di Milano, ha suscitato interesse e dibattiti, ma il suo obiettivo principale è quello di creare un ambiente urbano più vivibile, dove le persone possano muoversi in modo sicuro. Se Milano riuscirà a realizzare questa visione, potrebbe diventare un esempio positivo per altre città italiane e internazionali che cercano soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita dei loro cittadini. Il futuro delle città italiane è orientato verso una mobilità più sostenibile, dove i cittadini possono muoversi in modo sicuro, godere di spazi pubblici condivisi e ridurre l'impatto ambientale. Come si svilupperanno queste iniziative in altre città italiane? Saranno implementati ulteriori interventi infrastrutturali per promuovere una mobilità sostenibile? Il futuro ci riserva risposte interessanti e nuove prospettive per una migliore qualità della vita urbana. Fonte: https://energia-luce.it/news/citta-30/ In copertina foto di Mircea - All in collections da Pixabay Read the full article
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Una stazione inabile
Sono oramai arrivati a conclusione i lavori di ammodernamento e adeguamento della stazione ferroviaria di Giulianova: mesi e mesi di lavoro e di corposi investimenti, stanno per restituire una struttura maggiormente fruibile agli utenti e sopratutto ben accessibile da parte di chi è portatore di handicap. So benissimo dell'importanza che la stazione della vicina Giulianova riveste sulla dorsale ferroviaria adriatica teramana e come snodo per la trafficata linea verso Teramo.
Ma questa tutta esclusiva attenzione non mi piace affatto e va a braccetto con la rabbia per il declassamento subìto proprio dalla nostra stazione in concomitanza con la rosetanissima gestione dell'assessorato ai trasporti regionale da parte di Tommaso Ginoble (2005/2008).
Parto da un positivo presupposto: la buona intenzione e la relativa azione verso i vertici competenti di zona di RFI da parte del Sindaco Di Girolamo. Qualche lustro fa si parlò di lettere e incontri proprio per far prendere coscienza chi di dovere dei problemi di accessibilità che attanagliano da sempre la nostra struttura ferroviaria. A quanto ricordo, nessuna risposta concreta e nessuna azione in merito alla problematica. Solo un intervento manutentivo leggero “di facciata” nel 2018 alla.... facciata.
Ma cosa manca alla Stazione di Roseto per essere a misura di disabile? Schematicamente:
Scivoli con pendenze a norma per carrozzine
Ascensori per accesso binari (intesi di discesa tunnel e di salita da tunnel)
marciapiedi innalzati a norma europea H55, per consentire agevole incarrozzamento su treni predisposti (che giova ricordarlo ci sono, viaggiano ma non sono così accessibili)
percorsi di cammino e sicurezza per ipovedenti
biglietteria automatica a misura di handicap
Perchè c'è da risentirsi con indignazione? Perchè Roseto è seconda città più popolosa della provincia di Teramo; perchè Roseto è comunque città turistica; perchè Roseto fa parte come importante fermata verso Ancona, Teramo e Pescara, almeno questo, della cosiddetta metropolitana di superfice; perchè Roseto è importante nonché frequentatissimo polo scolastico provinciale; perchè Roseto è tanta utenza per pendolarismo di lavoro.
Forse un Sindaco e un'amministrazione non bastano. Ritengo necessario fare fronte unico e comune, fino ai più alti livelli regionali, per sbloccare un'impasse inaccettabile che parifica la nostra stazione a microfermate come quella della vicina Scerne di Pineto. Perché il disabile non è di serie A (Giulianova) o di serie B (Roseto): è unico e direi anche sempre più solo.
#roseto#2019#2018#stazione#ferrovia#rfi#giulianova#tommasoginoble#ancona#teramo#pescara#pineto#scernedipineto#sindaco#digirolamo
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CROCI E DELIZIE DI PERUGIA
In bilico e sospesa tra modernismo e conservatorismo, la mobilità di Perugia rispecchia le contraddizoni che esistono anche nell’intero paese italiano, e illustrano forse meglio di ogni altra realtà ciò che significa circolare in una qualsiasi città italiana che si affida alle nuove tecnologie per non risolvere vecchi problemi.
Ma vediamo -in ordine sparso- alcune caratteristiche positive di Perugia, come le scale mobili per salire dalla parte bassa a quella alta della cittadina umbra,
che sono anche le virtù e il pregio meglio conosciuto di questa città che si divncolata tra vicoli e borghi storici nella parte antica, e tra curve, controcurve, tornanti quasi da montagna: e non solo nella parte mediana che conduce verso il centro storico, ma persino in basso, con viali e incroci mal disposti e poco sicuti per pedoni e ciclisti, questi ultimi poco considerati visto che a Perugia tra corsie e piste ciclabili non c’è molta scelta!
Nelle due foto sopra un’istantanea del centro storico, e la lunga scalinata che peraltro attraversa una strada davvero millenaria come la Via Appia.
Sotto, invece, vediamo a cosa può portare la mancata manutenzione o comunque un’attenzione insufficiente verso la sede stradale che a Perugia, in molti punti, è davvero mediocre, con grave rischio per i sistemi di ammortizzatori e di bilanciamento delle auto, oltre che per le gomme stesse, e con grave pericolo per i ciclisti e i motociclisti.
Ma pure in fatto di comportamento Perugia non brilla per virtuosismo, in quanto si notano spesso e in qualsiasi situazione, auto parcheggiate e del tutto “impunite” sui marciapiedi e comunque in divieto di sosta!
Sono le soste che -ironicamente- vengono definite “creative” perchè chi sosta e parcheggia dimostra di avere una certa fantasia, anche se in casi come questi la fantasia è usata in modo inappropriato!
E se dal lato delle auto la situazione è seria, pure per i pedoni e su strade accessibili solo a piedi, e sui marciapiedi, la situazione non è buona:
Fortunatemente (ma sarà dunque solo un caso fortuito?) a livello organizzazione di mobilità, a Perugia da qualche tempo è in funzione il “Minimetrò”: in realtà non sono dei treni o metropolitane leggere, ma dei singoli cabinati che scorrono su rotaie magnetiche a circa due minuti e mezzo l’uno dall’altro, dalla capienza ognuno di circa 30 persone, e che costituiscono un collegamento comodo per poter raggiungere in pochi minuti il centro dalla parte bassa della città.
Sotto vediamo alcuni esempi di alcune stazioni e di alcuni dettagli degli interni di alcune di queste vetture che non hanno conducente.
Qui sopra l’esterno di una stazione nei pressi di un’altra stazione, quella ferroviaria.
Sopra l’accesso alle banchine di attesa attraverso un ascensore della stazione “Minimetrò” del quartiere Fontivegge.
Nelle due foto sopra, e rispettivamente, un dettaglio dei binari sui quali scorrono i “metrò” e le porte che si aprono alla fermata dei “monotreni”.
Sopra, invece, una mappa delle fermate e dei vari punti corrispondenti alle varie fermate del “Minimetrò”...
Sopra, invece, l’attesa “serale” di un mezzo del “Minimetrò” e l’interno di uno di detti mezzi.
“Intermezzo” di un divieto di sosta (foto sopra) e poi ci rechiamo alla Stazione ferroviaria, e sulla lunga banchina pedonale che fa anche da corsia dedicata che porta verso il centro moderno posto nella parte bassa del capoluogo umbro.
E prima di lasciare questa carrellata di pregi e difetti di Perugia sul piano della mobilità, ecco gli esempi di parcheggi utilizzati in maniera decisamente migliore...
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